Chiudo gli occhi e respiro. Davanti a me si apre una foresta
che non appartiene a nessuna terra conosciuta: un luogo
sospeso tra luce e ombra, dove il reale si piega al sogno. II
primo soffio mi investe come un bagliore accecante : berga-
motto e limone scintillano nell’aria, attraversati dal fremito
dello zenzero, vivo e pulsante. E come se il vento stesso mi
invitasse a seguirlo, a perdermi oltre il confine del visibile.
Avanzo, e il silenzio si accende di presenze invisibili. II calore
speziato del pepe danza intorno a me, una rosa segreta mi
sfiora con la sua morbidezza, mentre incenso e cipriolo ve-
lano il cammino di fumi rituali. II respiro del legno bianco
mi sostiene, radicato e puro, come un sentiero inciso nella
memoria della natura.
Poi il miraggio si rivela. II cuoio sussurra di forza e di destino,
mentre ambra e muschi mi avvolgono come una seconda
pelle, invisibile e sensuale.
In quell’istante capisco: non sto semplicemente camminan-
do nella foresta.
lo sono la foresta, il miraggio, l’enigma che resta sospeso
nell’aria.